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Archivio per la categoria ‘Ustica e dintorni’

SCEC-COUPE’ - Il duetto di casa SCECCO “per chi non si accontenta”

8 maggio 2009
A pochi giorni dalla notizia della sua uscita, nessuno avrebbe mai immaginato che lo SCECCO-4T (di cui abbiamo recentemente pubblicato le immagini in anteprima) potesse risquotere un successo di queste proporzioni!
L’assoluta novità, l’indiscutibile classe ed il buongusto che caratterizzano i nuovi SCECCO, hanno attirato l’interesse generale a tal punto che già si parla di fans club, campionati di categoria e raduni estivi dedicati ai modelli più datati.
Ancora una volta, noi di isoladiustica, non potevamo che stupirvi con effetti speciali mostrandovi le immagini inedite di quella che diverrà la punta di diamante della famiglia SCECCO: la serie SCEC-COUPE’.

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Chiaramente ispirato al modello CLASSIC per la sua linea sobria, l’allestimento spartano e le colorazioni stile retrò, questo gioiello nasconde in realtà un’autentica anima racing frutto delle più sofisticate tecnologie. Capace di prestazioni da capogiro supportate da una tenuta di strada senza paragoni, SCEC-COUPE’ monta un motore a turbina di derivazione aeronautica, 4 sistemi di ammortizzazione idraulica indipendenti, zoccoli in lega leggera ribassati, passo corto, seduta biposto “Frau” (nella foto sono stati coperti alcuni dettagli per ragioni di spionaggio industriale), insomma non gli manca proprio nulla, semmai forse c’è qualcosa di troppo, sì, sul prezzo di listino!

Dedicato ad un pubblico sicuramente molto esigente e di fascia alta, SCEC-COUPE’ ha tutte le carte in regola per conquistare in brevissimo tempo la leadersheep della categoria roadster.

” SCECCO “

non un veicolo…       …uno stile di vita

Claudione Ecologia, Info Utili, Parlano di Ustica, Progetti & Iniziative, Ustica e dintorni , ,

Qualcosa su… o meglio “sotto” Ustica

30 aprile 2009

Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole.
Giovanni Verga

Ed è proprio nel mare che Ustica trova la sua vita, la sua storia, le sue tradizioni…

Bella forza, è un’isola!

Conosciuta e ribattezzata “Paradiso dei sub” dal popolo con le pinne ai piedi, Ustica è ormai divenuta una tappa obbligata per gli amanti di questa disciplina. Sì disciplina, perché di questo si tratta, non di un semplice sport e come tale va affrontata. Non sono poi così rari gli incidenti dovuti ad inesperienza o spavalderia, per questo è necessario affidarsi sempre a professionisti locali quando ci si immerge. Ustica vanta un’apposita unità di soccorso con tanto di camera iperbarica e numerosi diving center tutti affidabili e preparati, capaci di offrire la massima sicurezza ad ogni “calata”.
Sono proprio loro, le guide e gli istruttori dei diving di Ustica che vi porteranno a vivere un’esperienza indimenticabile nelle profondità del suo mare incantato, accompagnandovi passo passo alla scoperta delle celate meraviglie dei suoi fondali.
Potrete esplorare alcune tra le più belle grotte sommerse d’Italia o andare alla ricerca degli emozionanti vortici di barracuda da poter fotografare in tutta sicurezza, quella sicurezza (non mi stancherò mai di ripeterlo) che solo dei professionisti qualificati e profondi conoscitori del luogo possono garantire.

Allora correte amici subacquei, come potete perdervi tutto questo?!?

Potreste trovare utili alcuni dei contatti presenti nella apposita sezione del sito.

Ringraziamo Peppe per averci messo a disposizione le foto dell’articolo e per essersi unito al nostro team.

Claudione Info Utili, Parlano di Ustica, Pensieri & Citazioni, Ustica e dintorni , , , ,

Nello Rosselli ad Ustica durante il confino

28 aprile 2009

images10Di seguito un articolo di Nello Rosselli, dal titolo Al confino, datato in calce
“L’ Apparità ( Firenze 1932 )”, che racconta in modo dettagliato la vita ad Ustica durante il confino degli anni venti.




Questa isoletta ha 900 abitanti stabili, e fluttuanti, distinti in coatti e confinati politici.
Il paese è miserabile, con casette che cadono a pezzi. ma una splendida veduta di mare, una chiesa con una santo miracoloso, e un monumento ai caduti.
Sulla facciata del municipio è una lapide, che nella prima parte ricorda come un isolano, ufficilae dell’esercito, fosse caduto da eroe nella guerra d’ Africa di cinquant’anni fa.
La seconda parte si legge cosi: ” E’ ora, Ustica, sparuta isoletta e quasi punto geografico sperduto nell’ Oceanco, ad eguagliare le grandi metropoli che mai ti manca? “.
Molte cose le mancano, di cui l’autore o non s’accorse, o preso dall’estro peotico si dimenticoco lì per lì.
Le cito come mi vengono: la luce elettrica, la fognatura, il lastrico per le strade, un pubblico macello, una farmacia, un ospedale, un servizio decente di lavori e via discorrendo.
Per le bestie da macello, ad esempio, andava così: quando a un contadino in Sicilia stava per morire per mancanza di fiato una vacca nelle stalle, egli pensava: vendiamola al macellaio di Ustica.
Detto fatto, la vacca arrivava in vapore, e siccome non c’era un pontile la calavano in acqua, ancorata ad una barca.
Giunta alla sponda più morta che viva, la portavano in piazza dive passava dodici ore legata ad una dei sei alberi dell’isola i quali sorgevanoi tutti, tre di qua e tre di là, davanti alla chiesa.
Se tirava le cuoia in quelle dodici ore, la mangiavano generalmente i coatti, che hanno pochi quattrini, e vanno a caccia di vitelli abortiti, agnelli a tre zampe, o anche, se capita, di bistecche strappate brutalmente dai lombi di una povera mucca che pascola incustodita.
Se no, aveva l’onore di pendere squartata in bottega, col listino dei prezzi sull’uscio, firmato dal podestà.
Invece di farmacia c’era un armadio farmaceutico in consegna a un coatto, il quale aveva fatto, in galera, l’infermiere.
Siccome la galera era durata un pezzetto, la pratica non gli mancava. Senonchè ogni sera alle diciotto questo coatto, che aveva in tasca la chiave dell’armadio, era ubriaco fradicio fino all’indomani mattina: proibito sentirsi male.
I vapori parevano signore che, quando, finita una visita, si alzano per andar via, non trovano mai la maniera di uscire.
Essi avrebbero dovuto secondo l’orario salpare da Palermo tre volte per settimana; ma se pioveva, tirava vento, o c’era all’orizzonte una nuvola nera, facevano trecento metri nel porto, poi tornavano a terra. I trecento metri, naturalmente, servivano per riscuotetre il contributo governativo.
A parte questi inconvenienti, e gli altri più o meno cospicui, inerenti alla pena e al confino, la vita ad Usdtica trascorreva tranquilla.
La popolazione ci guardava con occhio benevolo, tanto più che, di 900 che erano, uno non potevavantarsi di non aver nelle vene sangue d’antichi o recenti coatti.
Nell’ isola tirava vento: ond’è che con paterna cura la direzione della colonia aveva vietato a noi confinati di superare i limiti della borgata.
Perchè non prendessimo, poi, una frescata notturna, era stato deciso che alle sette di sera dovessimo essere tutti quanti rientrati.
I bagni di mare erano consentiti alle dieci e alle undici, nei giorni dispari: e perchè non corressimo pericolo di annegare barche con militi e carabinieri vigilavano nella piccola rada.
Insomma, le più grandi, le più commoventi attenzioni.
Perfino la posta veniva censurata in anticipo per evitarci impressioni spiacevoli; e il denaro che qualcuno di noi riceveva da casa veniva amministrato dal signor direttore.
” Cosa mi chiede altri soldi: non gli ho dato dieci lire ier l’altro?” ” Signor direttore, le ho spese: due lire d’olio ( frigga col lardo ! ), tre lire di carne ( non lo ho spese neanch’ io ! ), barbiere  due lire ( si lasci crescere la barba ! ), francobolli una lira ( lei scrive troppo ! ), medicine una lire ( risparmi quei soldi ! ) “. Un vero corso di economia domestica.
Il direttore sospirava e tirava fuori due lire: ” Si ricordi, per otto giorni, nient’ altro”.
Tra i confinati c’erano anche degli arabi scampati alla forca: prigionieri di tribù ribelli. Verso sera andavano sugli scogli, in riva al mare, e lì col culo in aria, pregavano Maometto.
Stavano molto anche all’ufficio postale perchè spedivano telegrammi su telegrammi al Governatore della colonia promettendo fedeltà e invocando il relativo perdono.
Insomma il confino era una specie di ristretto d’ Italia , compreso l’oltremare.
Dalla infima gente ( i coatti ) su su per gradi salivi fino ai potenti: il prete , il podestà, il centurione della milizia. C’erano il massone, il pipista, il socialista e il fascista dissidente, il comunista ortodosso e l’anarchico individualista, il povero diavolo che aveva detto: ” PIove governo ladro “, e il pezzo grosso dell’opposizione.
Ciascuno teneva alla propria posizione e badava a serbare le distanze, ma alla fine quando pioveva ci si bagnava tutti e quando il vapore faceva cilecca s’aveva tutti il nervoso, che era poi, bella e buona, la nostalgia di casa.

Guido Alessandri Parlano di Ustica, Pensieri & Citazioni, Ustica e dintorni, Usticese , , ,

Sensazionale! Ustica rilancia un CULT dei mezzi trasporto.

17 aprile 2009

Ebbene sì, solo ad Ustica è possibile imbattersi in novità tecnologiche di tale rilievo e noi di isoladiustica abbiamo sguinzagliato i nostri migliori reporter per riuscire a mostrarvi questa chicca in anteprima assoluta.

Quelle che vedete sono le prime immagini su strada del nuovo mezzo di trasporto che verrà presentato al prossimo Salone di Ginevra: lo “SCECCO 4T“.

Le prime immagini del nuovo SCECCO-4T

Le prime immagini del nuovo SCECCO-4T.

A sinistra il rifornimento del nuovo SCECCO-4T versione benzina “full-optional” con sedili in pelle, zoccoli in lega e vernice metallizzata grigia. A destra lo SCECCO CLASSIC “base” con sedili in tessuto colorato che aspetta ansioso di tornare al suo box per potersi rifornire anche lui.

Si tratta della versione rivisitata e corretta del modello classico dello “SCECCO” (volgarmente conosciuto anche come ASINO) che monterà una nuovissima tipologia di propulsione a 4 tempi.
Un notevole salto avanti rispetto al modello precedente a sola alimentazione di tipo biologico che portava all’inevitabile dispersione di materiali incombusti lungo il cammino.
Pare che i primi test effettuati sui gas di scarico rivelino un minor impatto olfattivo rispetto al passato, ma si dovrà lavorare ancora parecchio per diminiure le immissioni di CO2.

Per il mercato europeo è prevista l’uscita di una versione più performante a benzina ed una da lavoro a gasolio con “vertole” di serie.

ECO-SCECCO“, lo scecco elettrico, è ancora un prototipo in via di sperimentazione, ma confidiamo nelle capacità ingegneristiche degli isolani sempre attenti ai problemi dell’ambiente.

E’ stato invece definitivamente abbandonato il progetto “SCECCO BI-FUEL” per incompatibilità dei gas combustibili automobilistici odierni con quelli autonomamente prodotti dal veicolo.

Ancora imprecisati i prezzi di listino e le date di commercializzazione delle nuove releases, ma nel frattempo è possibile godere di una prova in giro per l’isola a bordo del modello “CLASSIC” dotato di un eccellente sistema di navigazione mnemonica, ma sfortunatamente sprovvisto di aria condizionata.

Non ci resta che augurare a tutti una BUONA PASSEGGIATA!

Claudione Parlano di Ustica, Progetti & Iniziative, Ustica e dintorni , ,

Asini… …Ustica… una storia quasi estinta!

16 aprile 2009

asinello_usticaLe prime raffigurazioni incise sulla roccia che ritraggono l’asino accanto all’uomo risalgono a cinquemila anni A. C. Quindi sono settemila anni che l’asino lavora al fianco dell’ uomo. Ha svolto i lavori più pesanti tirando l’aratro e l’erpice, facendo girare la macina del grano e il frantoio per le olive. Ha trainato carri e slitte e sulla sua groppa è stato caricato di tutto.

Con l’ avvento delle macchine agricole e con il trasformarsi della cultura contadina nel giro di pochi anni è diventato inutile. Nell’era della tecnologia avanzata, meccanica ed elettronica, la possibilità di continuare ad utilizzare gli animali come mezzi per le attività di lavoro è da considerarsi anacronistica e storicamente superata.
L’ asino ormai è a rischio di estinzione, scomparso dai campi, gli ultimi esemplari, divenuti rari, testimoniano un passato lontano, l’iconografia di un mondo irripetibile, di una cultura contadina tramontata. Ha rappresentato insieme al mulo uno dei mezzi di trasporto più sicuro e più antico, utilizzato soprattutto nelle aree montane per la capacità di trasportare notevoli carichi attraverso sentieri angusti e pericolosi. Permetteva di portare la soma fino all’uscio di casa, passando per vie e viuzze tanto strette che il carico rasentava i muri delle case. Gli antichi tratturi, percorsi di montagna per la transumanza, sentieri e strade montane di ogni genere sono stati tracciati dall’asino.
L’asino ha ancora grande importanza presso i popoli mediterranei, ed è stato un antico oggetto di culto presso popoli orientali e africani

Fonte: www.asino.org

asinello_ustica2La ragione del suo successo è che appare mansueto, più mansueto del cavallo, meno caro e meno difficile da mantenere, e soprattutto capace d’infondere la calma in chi lo frequenta.
È un animale a due facce: da un lato, l’elemento istintuale, presente nell’uomo stesso, come evidenziano le vicende dell’Asino d’oro di Apuleio; dall’altro, nella sua versione femminile, l’asino rappresenta l’umiltà, come mostrano i Padri del deserto, i quali lo usavano memori della cavalcatura utilizzata da Gesù nel suo ingresso a Gerusalemme. Pace, povertà, disponibilità, ma anche coraggio: l’asino è decisamente un simbolo positivo.

Oggi ad Ustica l’asino è ancora “sfruttato”, ma in maniera sempre più rara, anche se c’è la possbilità di poter fare delle escursioni di gruppo nelle stradine non percorribili con mezzi ordinari. Un ritorno al passato, un momento di quiete e di relax nel trambusto quotidiano.

…Natura…

Matteo Pensieri & Citazioni, Ustica e dintorni , , , ,