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Archivio per la categoria ‘Usticese’

Leggenda Usticese - Il bastimento Turco pietrificato

30 maggio 2009

Sopra un picco della montagna di Ustica, corrispondente all’attuale Passo della Madonna, sorgeva una volta una statua di Maria.

Ora, al tempo che i barbareschi infestavano anche quest’isola, un legno di pirati approdò in quel posto per una delle solite scorrerie.

Scesi i marinai e veduta la statua cominciarono a deriderla e divisarono di prenderla a bersaglio delle loro schioppettate.

Ma al primo colpo tirato da uno di loro, la palla, ributtata, tornò come fulmine indietro, cadendo sul legno, che colò immediatamente a fondo convertendosi in un solo scoglio.

Questo scoglio è comunemente inteso ‘lu Bastimentu turco‘, perchè conserva tuttavia la forma del galeone turchesco sprofondato e piegato da un lato.

A pochi passi ve n’è un altro molto più piccolo, che pare ed è ritenuta la sua lancia, pietrificata pur essa.

Autore : G. Pitrè, Studi di leggende popolari in Sicilia e nuove raccolte di leggende sciliane, Torino 1904;
Fonte : Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica.

Jos Zagame Luoghi, Pensieri & Citazioni, Usticese ,

Cu’cci a porta stà pagghia a Lustrica?

28 maggio 2009

Un detto Palermitano….

Cu’cci a porta stà pagghia a Lustrica?

Chi ce la porta questa paglia a Ustica?

Il detto riflette una condizione di estrema difficoltà nella soluzione di un problema come quello di dover trasportare paglia da Palermo a Ustica, ma indirettamente anche le difficoltà connesse ad una dimensione di vita isolana.

Detto, raccolto dall’Architetto Giacomo Pignatone dal Sig. Giorgio Umiltà;
fonte : Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica.

Jos Zagame Parlano di Ustica, Usticese ,

Il cappero

26 maggio 2009

La rigogliosa vegetazione che conferisce all’isola di Ustica quel fascino esotico dai mille colori, si pregia di alcune tra le migliori specie autoctone di tutto il Mediterraneo.
Una di queste è il cappero o come lo chiamano gli isolani chiapparo .

Nome scientifico dell’arbusto: capparis spinosa. In natura nasce spontaneamente in luoghi ventilati e ricchi di calcare, essendo poi un lontano cugino delle piante grasse, il suo fabbisogno d’acqua è davvero esiguo.

Ad Ustica non è difficile trovarne in abbondanza un po’ ovunque, radicato per lo più sui muretti che costeggiano le strade di campagna o sulle rupi scoscese.

La coltivazione del cappero su terreno agricolo non presenta particolari difficoltà anzi, la pianta ben si adatta alla terra usticese capace di esaltarne la ramificazione e la fioritura.

Lasciamo a fonti più autorevoli il compito di approfondire l’aspetto biologico di questa specie e le relative tecniche di impianto e/o semina, ricordiamo solo che quello consumato abitualmente e conosciuto come cappero è in realtà il bocciolo della pianta e non il suo frutto.

I frutti dei capperi, che prendono il nome di cucunci, solo recentemente hanno incuriosito il palato collettivo conquistando i buffet di ogni ‘happy hour’ che si rispetti, ma la loro produzione sull’isola è ancora molto limitata.

Così come avviene per i capperi anche i cucunci vengono conservati sotto sale, sotto aceto, in salamoia e più raramente sott’olio.

Il metodo di conservazione più tradizionale utilizzato dai contadini è quello sotto sale e curiosamente il prodotto non viene venduto a peso bensì a “buttigghie” (sì bottiglie, quelle classiche dei succhi di frutta).

Un souvenir da Ustica?

Una buttigghia di chiappari e un pacco di lenticchie.

Credetemi, un figurone!!!

Claudione Ecologia, Info Utili, Luoghi, Ricette, Ustica e dintorni, Usticese ,

Libro - “Vincenzo Di Bartolo da Ustica”

11 maggio 2009

Una personalità complessa,«un uomo assolutamente e irreversibilmente consacrato al mare»: la storia e le gesta del navigatore siciliano che aprì alla Sicilia la via delle Indie Orientalie e Occidentali.

Con 8 illustrazioni in bianco e nero e 8 a colori.

164 pagine.

Autore: Salvatore Mazzarella

Editore: Sellerio Editore Palermo

Max Parlano di Ustica, Pensieri & Citazioni, Usticese , , ,

Ustica alle Olimpiadi - Evviva Clelia

10 maggio 2009

Clelia Ailara, a 28 anni, è la prima usticese ad aver partecipato ad una olimpiade.
Clelia nasce nel 1972, quando ad Ustica si avvia l’attività del Baseball (praticato dai maschi, a diferenza del Softball praticato dalle donne).
Trascorre la sua infanzia a giocare a baseball con i fratelli Antonino e Fabio, lanciatore il primo e ricevitore il secondo.
Il padre, Vito Ailara, è stato il fondatore ed il Presidente fino allo scioglimento della società nei primi del 2000.
La futura olimpionica inizia a praticare il softball nel 1985, all’età di tredici anni, quando con alcune compagne di scuola prova a formare una squadretta.
Le cose per Clelia vanno subito bene, percorre con grande entusiasmo e qualche bella affermazione la strada dei campionati giovanili : dai Giochi della Gioventù, dove in finale nazionale conquista la medaglia di bronzo, ai campionati nazionali di serie C2 e C1, il percorso è costellato da importanti successi.
Nel 1990 la squadra di Clelia, l’Ustica Softball Club, è già in serie B e disputa anche la finale per il titolo italiano della categoria Juniores. La giocatrice in quella occasione viene osservata dai tecnici federali e viene convocata per la prima volta nella nazionale italiana juniores con il ruolo di seconda base, anche se in tutti questi anni ha pure giocato nel ruolo di ricevitrice.
Nello stesso anno partecipa al mondiale con la nazionale juniores ad Adelaide in Australia e batte la sua prima valida in campo internazionale.
Subito dopo nel campionato europeo, a Praga, vince il titolo continentale.
E’ questa la sua prima medaglia a cui si aggiunge il prestigioso riconoscimento di “giocatrice più utile” del torneo.
Nel 1992 guadagna la serie A con la sua squadra di Ustica ed ottiene la sua prima convocazione nella nazionale maggiore.
Tra campionati, play off per lo scudetto, Coppa Italia, arriva nel 1994 al mondiale di Saint John, Terranova, Canada.
Nel 1995 vince, a Torino il suo primo titolo continentale assoluto.
Dal 1997 Clelia diviene la prima ricevitrice della squadra nazionale e, da titolare, vince altri due titoli europei, in Olanda e Belgio, e partecipa al campionato del mondo in Giappone dove il softball italiano si classifica per la prima volta al sesto posto.
Nel 1999 la qualificazione olimpica, aggiudicata con la conquista dell’unico posto riservato ai continenti Europa e Africa, dà il via ad una intensa preparazione in Cina, in Australia ed in Italia con la disputa di tornei con le nazionali più titolate del mondo.
Infine la partecipazione alle olimpiadi di Sydney 2000 dove, nella classifica finale, ottiene un prestigioso quinto posto, che è stato il miglior risultato di squadra dello sport femminile italiano e che ha determinato la qualificazione, per la prima volta, dell’Italia come testa di serie dei successivi campionati mondiali.
Altro prestigioso riconoscimento conferito all’Ambasciatrice di Ustica nel Mondo, è stato il premio Paladino d’oro del Filmsportfestival!
Brava Clelia e Grazie, sei stata per noi tutti l’Orgoglio di un’intera comunità.


Jos Zagame Parlano di Ustica, Usticese , ,