Fico d’India
20 giugno 2009
Conosciamo il fico d’India…
La patria di origine di questa specie è il Messico; in Europa pare che sia stata portata dai Saraceni nell’anno 827 o da Cristoforo Colombo di ritorno dalle Americhe.
In Sicilia la presenza di questa specie si fa risalire al XVII secolo; nell’isola inizialmente veniva coltivata come specie ornamentale e successivamente come pianta da frutto.
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Fa parte della cultura agricola siciliana; è uno dei simboli più noti dell’isola e rappresenta un aspetto esotico di questa terra, diffuso nel paesaggio naturale allo stato spontaneo.
Approfondimenti: Ciboviaggiando
Dal Fico d’India ai “Bastarduna”.
Ricordo mio padre raccontare un episodio tramandato di bocca in bocca a proposito delle prime coltivazioni in Sicilia di questo frutto nuovo e “strano”.
Due coltivatori che avevano terreni confinanti cominciano a coltivare il Fico d’India. Negli anni a seguire entrambi i terreni danno piu’ o meno gli stessi frutti. Un anno in uno dei terreni comincia a spuntare una copiosa fioritura lasciando presagire un abbondante raccolto mentre nel terreno a fianco i fiori sono assenti. Il proprietario di quest’ultimo terreno mosso dall’invida, una notte prende un bascone, va nel terreno accanto e comincia a far cadere i fiori nella speranza che questo possa impedire al suo vicino di avere tanti frutti. Passano le settimane e, con grande sorpresa dell’invidioso, da una buona parte di quei fiori abbattuti cominciano a spuntare altri
fiori che successivamente danno vita ai Fichi d’India che ben presto diventano piu’ belli e piu’ grandi di quelli fino ad allora conosciuti.
A maturazione ultimata si scopre che sono piu’ saporiti, piu’ consistenti e con meno semi. Viene loro dato il nome di BASTARDUNA forse per ricordare che la loro casuale scoperta nasce da una “bastardata”. Da quell’anno per ottenere i BASTARDUNA si procede a SCUZZULIARE (abbattere) i fiori della prima fioritura.
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