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Sarde a Beccafico

17 aprile 2009

Le sarde vanno squamate, sventrate, decapitate, disiliscate, lavate ed aperte a libro.

Il ripieno si prepara mescolando i seguenti ingredienti nelle proporzioni di:

  1. 100 gr. di mollica di pane tostato;
  2. 1 cucchiaio d’olio di oliva;
  3. 1 cucchiaio di succo di limone e la buccia di un limone grattugiata;
  4. mezzo cucchiaino di zucchero
  5. poco sale, pepe, la salsetta di 4 acciughe salate e sfaldate in olio;
  6. un ciuffo abbondante di prezzemolo trito;
  7. 50 gr. di capperi;
  8. 50 gr. di olive nere snocciolate e tritate fini;
  9. 40 gr. di sultanina;
  10. 40 gr. di pinoli;
  11. 20 gr. di mandorle tostate e tritate ( alcuni aggiungono, inoltre: 1 aglio tritato; 1 scalogno, o pezzettini di cipolla ben trita);
  12. 60 gr. di formaggio pecorino grattugiato.

Quando il ripieno è stato ben mescolato, e reso omogeneo, se ne spalma un poco sulla sarda (aperta a libro), che ora va rinchiusa con una leggera pressione delle dita.

La sarda va ora arrotolata su se stessa (facendo attenzione a che non fuoriesca il ripieno), ad anello, in modo che la codina spunti verso l’alto.

Le sarde così preparate vanno sistemate in teglia ben unta, e separate una dall’altra da una fogliolina d’alloro.

Si sparge un poco di olio, si sformaggia un poco di pane grattugiato (ma non tostato), e si passa al forno caldissimo per 15-20 minuti.

Buon Appetito

Fonte di provenienza: bottega siciliana

Sensazionale! Ustica rilancia un CULT dei mezzi trasporto.

17 aprile 2009

Ebbene sì, solo ad Ustica è possibile imbattersi in novità tecnologiche di tale rilievo e noi di isoladiustica abbiamo sguinzagliato i nostri migliori reporter per riuscire a mostrarvi questa chicca in anteprima assoluta.

Quelle che vedete sono le prime immagini su strada del nuovo mezzo di trasporto che verrà presentato al prossimo Salone di Ginevra: lo “SCECCO 4T“.

Le prime immagini del nuovo SCECCO-4T

Le prime immagini del nuovo SCECCO-4T.

A sinistra il rifornimento del nuovo SCECCO-4T versione benzina “full-optional” con sedili in pelle, zoccoli in lega e vernice metallizzata grigia. A destra lo SCECCO CLASSIC “base” con sedili in tessuto colorato che aspetta ansioso di tornare al suo box per potersi rifornire anche lui.

Si tratta della versione rivisitata e corretta del modello classico dello “SCECCO” (volgarmente conosciuto anche come ASINO) che monterà una nuovissima tipologia di propulsione a 4 tempi.
Un notevole salto avanti rispetto al modello precedente a sola alimentazione di tipo biologico che portava all’inevitabile dispersione di materiali incombusti lungo il cammino.
Pare che i primi test effettuati sui gas di scarico rivelino un minor impatto olfattivo rispetto al passato, ma si dovrà lavorare ancora parecchio per diminiure le immissioni di CO2.

Per il mercato europeo è prevista l’uscita di una versione più performante a benzina ed una da lavoro a gasolio con “vertole” di serie.

ECO-SCECCO“, lo scecco elettrico, è ancora un prototipo in via di sperimentazione, ma confidiamo nelle capacità ingegneristiche degli isolani sempre attenti ai problemi dell’ambiente.

E’ stato invece definitivamente abbandonato il progetto “SCECCO BI-FUEL” per incompatibilità dei gas combustibili automobilistici odierni con quelli autonomamente prodotti dal veicolo.

Ancora imprecisati i prezzi di listino e le date di commercializzazione delle nuove releases, ma nel frattempo è possibile godere di una prova in giro per l’isola a bordo del modello “CLASSIC” dotato di un eccellente sistema di navigazione mnemonica, ma sfortunatamente sprovvisto di aria condizionata.

Non ci resta che augurare a tutti una BUONA PASSEGGIATA!

Scavo archeologico a Ustica per volontari

17 aprile 2009
Fonte: www.archeologiaviva.it

Fonte: www.archeologiaviva.it

Dal 22 Agosto a 3 Settembre si terrà un evento aperto a volontari per effettuare scavi stratigrafici nel Villaggio dei Faraglioni, uno dei più importanti insediamenti dell’età del Bronzo nel Mediterraneo.

Gli scavi saranno condotti dalla Sezione archeologica della Soprintendenza per i Beni culturali di Palermo.

Inoltre sono previste altre attività:

  • Presentazione delle ricerche archeologiche della Soprintendenza di Palermo
  • Presentazione della Soprintendenza del Mare
  • Conferenza “Fauna subacquea nel Mediterraneo”
  • Visite guidate a: Villaggio preistorico dei Faraglioni e Acropoli della Falconiera
  • Escursione naturalistica: traversata a piedi dell’isola

Per ulteriori informazioni vi invitiamo a visitare il sito di Archeologia Viva.

Asini… …Ustica… una storia quasi estinta!

16 aprile 2009

asinello_usticaLe prime raffigurazioni incise sulla roccia che ritraggono l’asino accanto all’uomo risalgono a cinquemila anni A. C. Quindi sono settemila anni che l’asino lavora al fianco dell’ uomo. Ha svolto i lavori più pesanti tirando l’aratro e l’erpice, facendo girare la macina del grano e il frantoio per le olive. Ha trainato carri e slitte e sulla sua groppa è stato caricato di tutto.

Con l’ avvento delle macchine agricole e con il trasformarsi della cultura contadina nel giro di pochi anni è diventato inutile. Nell’era della tecnologia avanzata, meccanica ed elettronica, la possibilità di continuare ad utilizzare gli animali come mezzi per le attività di lavoro è da considerarsi anacronistica e storicamente superata.
L’ asino ormai è a rischio di estinzione, scomparso dai campi, gli ultimi esemplari, divenuti rari, testimoniano un passato lontano, l’iconografia di un mondo irripetibile, di una cultura contadina tramontata. Ha rappresentato insieme al mulo uno dei mezzi di trasporto più sicuro e più antico, utilizzato soprattutto nelle aree montane per la capacità di trasportare notevoli carichi attraverso sentieri angusti e pericolosi. Permetteva di portare la soma fino all’uscio di casa, passando per vie e viuzze tanto strette che il carico rasentava i muri delle case. Gli antichi tratturi, percorsi di montagna per la transumanza, sentieri e strade montane di ogni genere sono stati tracciati dall’asino.
L’asino ha ancora grande importanza presso i popoli mediterranei, ed è stato un antico oggetto di culto presso popoli orientali e africani

Fonte: www.asino.org

asinello_ustica2La ragione del suo successo è che appare mansueto, più mansueto del cavallo, meno caro e meno difficile da mantenere, e soprattutto capace d’infondere la calma in chi lo frequenta.
È un animale a due facce: da un lato, l’elemento istintuale, presente nell’uomo stesso, come evidenziano le vicende dell’Asino d’oro di Apuleio; dall’altro, nella sua versione femminile, l’asino rappresenta l’umiltà, come mostrano i Padri del deserto, i quali lo usavano memori della cavalcatura utilizzata da Gesù nel suo ingresso a Gerusalemme. Pace, povertà, disponibilità, ma anche coraggio: l’asino è decisamente un simbolo positivo.

Oggi ad Ustica l’asino è ancora “sfruttato”, ma in maniera sempre più rara, anche se c’è la possbilità di poter fare delle escursioni di gruppo nelle stradine non percorribili con mezzi ordinari. Un ritorno al passato, un momento di quiete e di relax nel trambusto quotidiano.

…Natura…

La Pasta alla Norma

16 aprile 2009

È ormai noto che questo piatto fu creato, inventato o dedicato quale omaggio alla Norma belliniana: quindi si dirà pasta a la Norma (pasta alla Norma);

Se fosse inteso nel senso maggiorativo “con tutte le regole e norme”, cioè eccellente, in questo caso si direbbe in italiano “pasta con la norma” e quindi con traduzione dialettale in pasta cu la norma (ma con la “n” minuscola).

Secondo il dialetto, e confermato dai dizionari, le voci ca, cca, sono avverbi di luogo, cioè “qua”; sotto questo aspetto, pasta ca Norma è quindi incongruente, ma purtroppo sono in molti ad indicarla in questo modo.

Lo stesso ca, c’à, cca, significano anche “con la”; usarlo varrebbe a dire “pasta con (la Signora) Norma”, esattamente come diremmo “pasta con la ricotta” o con la salsa.

In conclusione, scrivere pasta ca Norma è errato, perché la Norma di­ venterebbe un ingrediente.

Fonte di provenienza: bottega siciliana

Ed ora passiamo alla ricetta.

  1. Preparare la salsa partendo a freddo con 1500 gr. di polpa di pomodoro;
  2. 1/2 bicchiere d’olio; sale; pepe;
  3. 1/2 cipolla affettata: far ridurre fino ad un terzo del volume (C’è chi usa l’aglio al posto della cipolla).
  4. Friggere 1 Kg. di melanzane, sbucciate e tagliate a fette (dopo averle tenute sotto peso e salate per 1 ora).
  5. Cuocere 500 gr. di spaghetti, e tirarli al dente.

Scolare la pasta, sistemarla in una zuppiera, sformaggiare 150 gr. di ricotta salata ed unire la salsa di pomodoro. Aromatizzare con foglie di basilico e pepe e mescolare.

Sistemare ora la pasta nei piatti individuali, aggiustarvi alcune fette di melanzane, ed ancora grattugiare della ricotta fresca e decorare con foglioline di basilico.

Buon Appetito!